Regia di Denys
Arcand
2002 Canada / Francia
Immaginatevi un uomo che sa di dover morire, e
per risparmiarsi atroci sofferenze si fa iniettare una dose letale di eroina e
nel frattempo saluta uno a uno i suoi amici e i suoi familiari più cari,
comprese le amanti e la moglie: chi potrebbe permettersi una scena così senza
rendersi ridicolo?
Be’, il film Le invasioni barbariche, non solo vi riusciva ma a suo tempo, otto anni
fa, ci regalò uno dei momenti più emozionanti del cinema dell’epoca, una
lezione di civiltà, una roba che era proprio un altro mondo rispetto a quello
che già vivevamo e non vuol morire.
Nemmeno il protagonista, uno
splendido tipo-Falstaff, vuol saperne di tirare le cuoia. Dotato di un garbo
raro come è a volte degli erotomani spiritosi - in una versione meno pecoreccia di quella oggi in voga - , poetico nei suoi sogni di libri
e gonne al vento, antitetico rispetto al figlio agente di borsa strepitosamente
ricco e cinico secondo lezione in auge dagli anni Ottanta, ma in grado alla
fine di iniziare un proprio involontario percorso alla ricerca del senso
smarrito nel fortuito incontro con una tossica, colei che incaricherà di fare l’iniezione
letale al protagonista. Una morte di struggente dolcezza, un film commovente e
insieme molto spiritoso.