30 nov 2010

http://lapoesiaelospirito.wordpress.com/category/viva-la-scuola/


Emilio Fede, un uomo incredibilmente famoso, un signore che tutte le sere legge il bollettino che il suo padrone, un altro gigante eccezionalmente noto in tutto il mondo, gli detta attraverso un esercito di domestici, staffieri e servitori, ha invitato pubblicamente la polizia a menare gli studenti che in questi giorni manifestano contro la mascotte Gelmini.
Non solo lo hanno ascoltato ma mi è venuto fatto di pensare: le procure saranno pure di sinistra ma battono la fiacca. Nell'uscita di Fede infatti l'istigazione a delinquere c'era tutta - a meno che l'essere stato picchiato a sua volta tre giorni prima non costituisse un'attenuante talmente robusta da rendere inutile un'eventuale azione giudiziaria.
Resta un'altra possibilità, che chiamandosi l'ultimo uomo della provvidenza Gianfranco Fini, e avendo dichiarato quest'altro esemplare della genialità italiana che il ddl sull'Università lui lo voterà, le procure amiche - di sinistra va da sé - abbiano voluto evitare l'ennesima gaffe. Avranno anche pensato di finirla con la sinistra buonista e facilona inviando un messaggio forte agli studenti: con le botte, di sicuro le ossa se le fanno.

29 nov 2010

mario monicelli - video

l'avevo postato alcuni mesi fa; salutiamo un grande
95 anni. Non ne bastano tre da trenta, per farne uno così. E magari ce ne fossero tre su trenta, di uno così - al netto di genio... ché parliamo solo di buon senso (al netto del genio che è il buon senso chez Borges, va da sé)




24 nov 2010

LPELS


Lo sapete tutti, gli insegnanti migliori saranno premiati. Uno stipendio in più all’anno – pensa.
Voci in capitolo tra gli altri, per decidere i meritevoli, alunni e genitori. Colleghe e colleghi carissimi, mi spiace per voi, ma io sto messo benissimo. Frescacce ne sparo parecchie, i pischelli con me ridono spesso e volentieri. Il punto di vantaggio lo vedete da soli. In più, sono bellino, e certe mamme sono sensibili all’argomento – non so se mi spiego.

16 nov 2010

LPELS vivalascuola



Riduzione di un anno di scuola dell’obbligo, solo 20 ore a settimana di lezione e assunzione locale degli insegnanti – per questi ultimi, la conoscenza dell’italiano fa punteggio ma non è requisito obbligatorio. Tre perle tre ma voi, patiti dell’umor nero, se vi informate meglio trovate dell’altro (chi scrive è alla frutta e di più non gliela fa).
I leghisti, questi nazistoidi un tantino più burini degli originali, organizzano un convegno (almeno loro lo chiamano così) nella scuola Bosina di Varese (fondata dalla moglie di Umberto Bossi e finanziata anche dai terroni) per tirare le somme (pare vi riescano senza calcolatrice) sul “che fare” nella scuola pubblica. Non so se nello specifico si siano richiamati più alla tradizione (il dialetto la polenta la Val Camonica) o viceversa alla necessità di una “modernizzazione” – dipende da quali giornali li intervistavano. Avanti, scrivetecelo voi un pezzo.

10 nov 2010

LPELS


Ora tutti a dire quanto è emblematica l’immagine del crollo a Pompei - persino i politici che questo paese lo hanno massacrato con l'appoggio entusiasta della famigerata maggioranza degli italiani - ora che il crollo a forza di ripetersi non è più emblema né tantomeno metafora delle rovine in corso ma paesaggio globale dalle Alpi agli Appennini. La verità, a parte corsi e ricorsi storici che in Italia sono sempre gli stessi, le magie di Tremonti riescono tutte, che i prestanome siano Bondi o Gelmini, la macchina iperbolica dello sfascio non ne sbaglia una: nella mia scuola i secchi di plastica sono sparsi per i corridoi come immagini surrealiste, incongrue (Tremonti odia i libri ma conosce a memoria la lezione dell’Ubu Roi), ché il soffitto è un lusso di cui il Tesoro non si può occupare. Si spera che piova poco - ma forse il momento è un altro, forse la storia s'invera e trova infine una forma, per cui, per rimanere a Jarry,  "non avremo distrutto nulla finché non avremmo distrutto anche le rovine".
Con i banchi ci stiamo arrangiando, i ragazzi stanno a due a due, e fra l’altro si scaldano a vicenda (a volte troppo). Poco lontano da dove scrivo, Roma caput mundi, i banchi sono firmati da uno sponsor, “Lo zio d’America”, che è un bel bar, bisogna ammetterlo… Quando lo sfascio di Pompei sarà completato, ne faranno una copia a conduzione privata, pubblicità a cura della Santanché, un altro prodigio dei tempi. Si farà pagare con l’eleganza che la contraddistingue, appiccicando una sua foto sull’affresco di un postribolo.

7 nov 2010

Il segreto nella letteratura moderna

A cura di Patrizia Guida, Giovanna Scianatico

Pensa Multimedia




copertina del libro
Il segreto nella letteratura moderna, volume di critica collettiva, è un esempio, scrivono le curatrici nonché autrici di due dei saggi qui presenti Patrizia Guida e Giovanna Scianatico, di un’attitudine comparatistica che se da una parte è ovvia e slitta ormai in assenza di definizioni dentro l’orizzonte tutto dell’universo letterario che nessuno può oramai più considerare costituito di recinti conclusi in se stessi e alieni dall’angoscia dell’influenza (compresa quella dei critici) - da cui caso mai è arduo liberarsi, dall’altro rischia di ripassare moduli interpretativi poco stimolanti perché agganciati a uno sguardo ripetitivo che non aggiunge molto al già detto. In generale, l’accademia è accademia, il ritardo rispetto alla letteratura viva – compresa quella dei morti da un pezzo - quasi comico; perlopiù ciò che oggi esce dall’università non appassiona nessuno. Non siamo nostalgici del furore semiotico che è  passato senza lasciare granché, con buona pace di Umberto Eco, e non è più questione di contrapporlo a un approccio lasco post-post romantico o neo-neo impressionista. Voglio dire, non è certo l’apertura interdisciplinare il problema, benché gli studi di questo genere spesso risultino pretestuosi e più che denunciare debolezza teorico-argomentativa evidenziano un deficit dello sguardo, incapace di sopperire alla stanchezza dell’occhio presbite che si affatica davanti alla contemporaneità dei vivi e vegeti – parliamo di testi, ovvio. E qui si sta sui testi, certo, e l’acribia formale non fa difetto. Però, che si tratti di studiosi del Rinascimento o contemporaneisti, italianisti o germanisti, i contributi, secondo lessico in uso da quelle parti, possiamo soltanto giudicarli uno a uno per quel che sono. Alcuni buoni, altri meno; qualcuno illeggibile (la prosa di un saggetto che si esercita malamente su Dostoevskij e Kafka è sconsolante).
La tematica in gioco nel libro, dichiarata “fondante della letteratura a partire dalle sue origini mitiche”, è quella del segreto, secondo accezioni e declinazioni diverse.
L’aggettivo “moderna” – è il caso di notarlo ché di solito il Paradiso non va troppo indietro nel tempo - è qui da intendersi secondo aduso protocollo storiografico che ne individua l’inizio nell’Umanesimo; e difatti questo volume eterogeneo, anche nei modelli letterari che investiga, dalla poesia al romanzo cavalleresco, dal dialogo morale al romanzo novecentesco – principia da Petrarca, autore che la tradizione italiana l’ha inventata (e non è stato un gran bene, agli occhi di chi scrive, visto che il modello per troppi versi inimitabile ma per altri indigeribile che lo stomaco peloso della corte italica ha messo da parte, si chiama Dante Alighieri. Nei fatti, ossia nella lingua e quindi nel corpore vili della nostra spirituale costituzione è Petrarca il “padre della lingua italiana”). Ma non è di questo che discute il saggio introduttivo al volume di Antonia Acciani, quanto delsenhal Laura: essa segreto più segreto di tutte dell’opera petrarchesca, cuore pulsante della sua stessa vita (del poeta) perciò anche veleno sicuro per tirare le cuoia. Limitandoci a segnalare i lavori più riusciti, interessante appare anche il saggio di Lorella Bosco su Marcel Beyer, poeta, scrittore e critico musicale da noi poco noto (nonostante sia stato pubblicato da Einaudi) che ragiona intorno alla natura segreta perché elusiva delle immagini. O quello sulla segretezza femminile che s’interseca nella storia letteraria italiana con il motivo del silenzio e delle donne “che van mostrando con le poppe il petto” per lo scorno del severissimo Alighieri. Infine, l’indagine della Guida, precisa ancorché non originalissima, sull’afasia novecentesca quale sublime paradosso dell’indicibilità del segreto, fra il cipiglio sacerdotale di Ungaretti e le folgorazioni implose del dimenticato Dino Campana, trova forse il cuore stesso del libro ossia  una sua più puntuale motivazione intrinseca al di là delle presumibili ragioni editoriali.

1 nov 2010

l'ultimo numero del paradiso

Succulento, direbbe l'orcocapo, l'ultimo numero del http://www.paradisodegliorchi.com/cgi-bin/pagina.pl?Tipo=home ; proprio Ronci torna sulla Brennan, poi ci ragguaglia sul declino di John Banville che dimostra quanto sia difficile parlare di erotismo in un romanzo; in compenso un bel rinvio a  Carmelo Bene su una splendida poesia di Dino Campana, http://www.youtube.com/watch?v=BdgMs2O914c&feature=player_embedded  di mio si può leggere una recensione a un volume collettivo curato da Patrizia Guida e Giovanna Scianatico sul Segreto nella letteratura moderna.

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